IL FEDERALISTA

rivista di politica

 

Anno LV, 2013, Numero 2-3, Pagina 208

 

 

VERSO L’UNIONE FEDERALE*

 

 

L’Europa sta attraversando una fase di instabilità e di incertezza. La stessa Unione europea è in grave difficoltà. La lunga crisi finanziaria, che ha portato con sé stagnazione economica, disoccupazione e frammentazione politica, ha messo in luce non solo i limiti dell’architettura dell’Unione economica e monetaria e la debolezza delle istituzioni dell’Unione, ma anche l’incapacità degli Stati dell’Unione di portare a termine il processo di integrazione europea. Il risultato è che l’Unione europea ha perso la fiducia di molti cittadini.

Se l’Unione europea vuole sopravvivere nei prossimi anni, deve seguire le vie della pace sociale, della prosperità e dell’unità politica attraverso la creazione di un governo democratico. Un’Europa federale con forti istituzioni democratiche è il solo mezzo per fronteggiare questa sfida. L’Europa non sarà unita se non sarà democratica. E non sarà democratica se non sarà una federazione.

Il processo della costruzione di un’unione europea veramente federale può cominciare oggi a partire dall’eurozona e dagli Stati seriamente impegnati ad entrare nell’euro. La responsabilità delle nostre classi dirigenti è quella di fare tutti i passi necessari per risolvere i problemi, mettere ordine negli affari pubblici e ricostruire la fiducia.

Per questo chiediamo con forza ai partiti politici e ai candidati alle elezioni del Parlamento europeo del 2014 di fare del completamento di un’unione federale il tema centrale della loro compagna. Un’elezione con una vera dimensione europea attirerebbe i cittadini e porterebbe ad un’alta affluenza. Per questo motivo giudichiamo positivamente il fatto che i partiti politici europei si accingano a nominare i loro candidati alla presidenza della Commissione e ad altri incarichi.

E chiediamo con forza al Parlamento europeo di elaborare le sue proposte sulla struttura dell’unione federale insieme ai rappresentanti dei parlamenti nazionali nel quadro di Assise interparlamentari.

 

Affrontare la crisi.

 

I federalisti sono convinti che solo una più profonda integrazione fiscale porterà l’Europa fuori dalla crisi e permetterà la piena espressione del suo potenziale economico e democratico. Questa nuova politica deve concretizzarsi tra gli Stati che hanno adottato l’euro o lo adotteranno a breve.

Innanzitutto, l’eurozona ha bisogno di una vera unione bancaria, che comprenda un meccanismo europeo di risoluzione e un meccanismo federale di garanzia sui depositi bancari. Manca ancora un’azione decisiva per separare la questione dei debiti sovrani da quella dei debiti bancari. La regolamentazione deve essere forte, chiara ed equa. A livello nazionale, la disciplina di bilancio deve essere accompagnata dalle riforme economiche. Sia a livello europeo, sia a livello nazionale, occorre raggiungere un migliore equilibrio tra il consolidamento dei bilanci e gli investimenti per la crescita e l’occupazione: un’unione fiscale non sopravvive senza giustizia sociale. L’obiettivo prioritario deve essere quello di affrontare la disoccupazione giovanile.

E’ ormai chiaro che i piani di rilancio meramente nazionali sono stati largamente inefficaci. Solo creando gli strumenti e le risorse per politiche europee comuni in campo economico, industriale ed energetico potremo dare una forte spinta al commercio e alla competitività, stimolare la ricerca e l’educazione, costruire reti transeuropee e completare il mercato unico nell’area dei servizi.

L’UEF valuta positivamente la legislazione già in varata per assicurare la responsabilità di bilancio a livello nazionale ed europeo. Ora chiediamo con urgenza all’eurozona di fare rapidi progressi nell’affrontare il peso del debito che sta compromettendo il futuro di troppi cittadini europei. Abbiamo bisogno di forme adeguate di tassazione europea e di nuovi tipi di strumenti di debito europei per una politica proattiva europea in campo sociale ed economico. Abbiamo bisogno di sostituire il fatto che le politiche siano stabilite sulla base di regole ad hoc, con politiche e misure legittimate democraticamente, che includano anche stabilizzatori automatici capaci di stimolare, quando siano rispettate le condizioni e le regole di stabilità di bilancio e siano realizzate le riforme strutturali, la solidarietà e la crescita di un’economia sociale di mercato europea.

Questi passi richiedono la trasformazione dell’eurozona in una vera unione politica. E quegli Stati che non hanno ancora adottato l’euro, ma sono impegnati a farlo, devono essere coinvolti il più strettamente possibile in questo processo di approfondimento dell’integrazione.

 

La modifica dei Trattati.

 

Il Trattato di Lisbona è stato forzato fino al punto di rottura sotto la pressione della gestione della crisi e la sua revisione è inevitabile se l’Unione vuole superare le sue attuali difficoltà.

Perciò chiediamo che una Convenzione costituzionale abbia inizio al più presto dopo le elezioni del maggio 2014 e non più tardi della primavera del 2015. La Convenzione dovrebbe essere composta da membri del Parlamento europeo, da parlamentari nazionali, dalla Commissione e dai governi nazionali, ma deve raggiungere i mezzi di comunicazione di massa, la società civile e l’opinione pubblica in modo diretto ed efficace. Il suo mandato deve comprendere il compito di spiegare e giustificare le decisioni prese.

L’ordine del giorno della Convenzione deve essere aperto, ma basato su di una strategia coerente volta alla rifondazione e al rinnovamento dell’Unione europea attorno ad una avanguardia federale. Il suo compito sarà quello di elaborare una nuova costituzione che garantisca sia un assetto duraturo al sistema di governo dell’Unione sia una chiara visione del futuro.

Il nuovo trattato deve accrescere ulteriormente la capacità dell’Unione di agire sia al proprio interno che all’esterno. Deve rappresentare una forte cornice costituzionale entro la quale i detentori del potere esecutivo e quelli del potere legislativo devono poter effettuare scelte politiche coerenti ed efficaci. Gli Stati membri devono rispettare i valori ed i principi della loro Unione, e l’Unione europea deve vigilare ed intervenire incisivamente quando le costituzioni nazionali se ne discostano.

E’ necessaria una vera politica comune sull’immigrazione e sull’asilo i modo da trasformare l’area di libertà, sicurezza e giustizia dell’Unione europea in una realtà. Le responsabilità del controllo delle frontiere esterne dell’Unione devono essere condivise in modo adeguato e i diritti umani dei migranti devono essere pienamente rispettati. I diritti consolari della cittadinanza europea dovrebbero essere rafforzati e dovrebbero essere incrementate le posizioni consolari dell’Unione europea. Dovrebbe essere concesso ai cittadini europei che vivono in altri Stati dell’Unione di votare in tutte le elezioni nel paese di residenza. Gli obiettivi dell’Iniziativa dei cittadini europei dovrebbero essere ampliati e la sua attuazione resa più accessibile.

L’Unione europea non sarà l’attore globale che aspira ad essere se i suoi Stati non assumeranno un impegno più serio nello sviluppare politiche comuni nei campi delle relazioni estere, della sicurezza e della difesa. Attualmente l’Europa non solo non riesce a difendere i propri valori ed i propri interessi, ma non è nemmeno in grado di far emergere le proprie capacità di svolgere un ruolo positivo nel quadro mondiale. I cittadini europei sono fortemente impegnati per la pace.

Al fine di raggiungere questi obiettivi la revisione dei Trattati non può fare a meno di adattare le competenze e di aumentare i poteri delle istituzioni europee là dove è necessario.

 

Il governo federale.

 

La novità principale della costituzione sarà l’istituzione di un governo federale, con un Ministro del tesoro per l’unione fiscale e monetaria dotato di pieni poteri. L’eurozona deve avere una propria capacità fiscale, in grado di contribuire alla stabilizzazione macroeconomica. Il bilancio dell’Unione europea dovrebbe essere finanziato da risorse proprie veramente autonome – come la tassa sulle emissioni di anidride carbonica o sulle transazioni finanziarie – che, differenziandosi dall’attuale sistema di contributi nazionali diretti, permetteranno al nucleo federale di sottrarsi alla paralisi del “giusto ritorno”.

Il nuovo trattato deve permettere la progressiva mutualizzazione di almeno una parte del debito sovrano all’interno dell’eurozona, sulla base di condizioni stringenti. Dovrebbe eliminare il divieto di deficit financing assicurando contemporaneamente che il debito federale sia sottoposto a limiti paragonabili a quelli imposti agli Stati. Inoltre, le attuali regole sull’unanimità per le decisioni sulle risorse proprie e sul quadro finanziario pluriennale devono essere modificate.

 

Maggiore democrazia.

 

L’UEF ritiene che l’Unione europea possa sopravvivere e prosperare solo rafforzando la democrazia europea: noi ci impegniamo ad ampliare lo spazio pubblico europeo, coinvolgendo pienamente i cittadini in ogni tappa del processo costituzionale.

Dovremmo trasferire alla Commissione europea la maggior parte dei poteri esecutivi che ancora rimangono nelle mani del Consiglio, almeno in campo economico e fiscale, trasformando la Commissione in un governo riconoscibile e responsabile. Le dimensioni della Commissione dovrebbero essere ridotte, ed i suoi membri nominati dal Presidente (a sua volta eletto) ed eletti dal Parlamento europeo.

Le due camere legislative, quella del Parlamento europeo e quella del Consiglio, dovrebbero essere messe sullo stesso piano. La composizione del Parlamento dovrebbe essere determinata con regole logiche, trasparenti e comprensibili sulla base della popolazione degli Stati, rispettando il principio della proporzionalità decrescente. Al fine di costruire veri partiti politici europei e di ampliare la dimensione europea della politica, un certo numero di parlamentari europei dovrebbe essere eletto in una circoscrizione pan-europea su liste transnazionali. Il Parlamento deve ottenere il diritto di approvare le modifiche dei trattati e l’adesione di nuovi Stati.

Le restrizioni all’estensione della giurisdizione della Corte di Giustizia dovrebbero essere eliminate e dovrebbe essere facilitato l’accesso alla Corte per i singoli individui.

 

Maggiore legittimità.

 

I futuri emendamenti ai trattati dovranno prevedere procedure flessibili e democratiche ed entrare in vigore o una volta ratificati da una maggioranza qualificata degli Stati e dei membri del Parlamento europeo, oppure se approvati con un referendum pan-europeo da una maggioranza degli Stati e dei cittadini. Tali modifiche allineeranno l’Unione europea a tutte le altre organizzazioni federali o internazionali.

Gli Stati dell’Unione europea non possono essere forzati a fare i passi in senso federale che qui proponiamo contro la loro volontà. Allo stesso tempo, però, a tali Stati non può essere concessa una possibilità illimitata di scegliere e prendere quello che vogliono dall’Unione e di scartare il resto. Anzi, aumentare gli opt-outs à la carte e le deroghe rischia di rompere la coesione dell’acquis communautaire. Questo tipo di libertà porta alla disintegrazione.

Per questo motivo proponiamo di creare una nuova categoria di appartenenza all’Unione a disposizione di quegli Stati che scelgono di non entrare nell’unione federale. La loro partecipazione istituzionale sarebbe necessariamente limitata: dovrebbero comunque garantire la fedeltà ai valori dell’Unione, ma il loro impegno politico verso gli obiettivi e le politiche dell’Unione sarebbe ridotto. Questa nuova categoria di membri associati rappresenterebbe anche un miglioramento per l’attuale Area economica europea e sarebbe aperta a tutti gli altri paesi europei.

Qualora si rivelasse impossibile che tutti gli attuali Stati membri concordassero di modificare l’Unione europea come qui proposto, chiediamo con forza la convocazione di una Assemblea costituente che comprenda membri dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo per redigere una costituzione secondo questi principii. Tutti i parlamenti sarebbero invitati a prender parte ad una nuova rifondazione dell’Europa, ma l’assemblea dovrebbe essere autorizzata ad iniziare i suoi lavori anche se non tutti hanno deciso di unirsi a tale progetto.

 

***

 

Al fine di raggiungere questi obiettivi, l’UEF auspica che si apra un ampio dibattito pubblico sulla proposta di Legge fondamentale dell’Unione europea elaborata dai parlamentari europei del Gruppo Spinelli.

Noi ci impegniamo a sostenere la causa dell’unione federale europea nell’interesse di un mondo più pacifico e prospero.

L’Unione europea dei federalisti raccomanda questo manifesto ai partiti politici e ai candidati alle elezioni del Parlamento europeo del maggio 2014.

 


* Si tratta del Manifesto per le elezioni europee del 2014, approvato all’unanimità dal XXIV Congresso dell’Unione europea dei federalisti, svoltosi a Berlino dal 15 al 17 novembre 2013.

 

 

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