Anno III, 1961, Numero 2, Pagina 78
LA COSTITUENTE EUROPEA
AL PARLAMENTO ITALIANO
Come è noto ai lettori della nostra rivista, il Congresso del Popolo Europeo, per dar forma di richiesta legale al voto che chiede agli europei, ha elaborato, e presentato ai Parlamenti degli Stati delle Comunità, un progetto di trattato per la convocazione di una Costituente Europea («Il Federalista», I, 1). In seguito, con una azione di pressione e di raccolta di firme già molto avanzata in Italia, i parlamentari sono stati interpellati per sapere se erano, oppure no, disposti a sostenere il metodo costituente. Queste iniziative, che hanno avuto un particolare risalto in Lombardia con il Convegno tra delegati del C.P.E. e parlamentari favorevoli («Il Federalista», II, 4), hanno indotto l’on. Ferrarotti a farsi promotore della mozione che pubblichiamo, mozione depositata alla Camera dei Deputati il 23 febbraio. Pubblichiamo inoltre l’elenco dei deputati e senatori italiani che hanno risposto positivamente.
Qual è il senso di questa azione federalista? All’incirca quello della lettera del 1831 di Mazzini a Carlo Alberto. Solo Mazzini sapeva che, per unificare l’Italia, bisognava fondare lo Stato italiano. Egli chiese pertanto al detentore del maggior potere italiano di allora, Carlo Alberto, se era disposto a battersi per lo Stato italiano e, avutane risposta negativa, cercò di fare da sé. Per ventotto anni, tra il 1831 ed il 1859, i moderati pasticciarono con le idee della unione economica, della collaborazione e della confederazione, senza ottenere alcunché, e l’Italia fu unificata nel 1860-61, quando una minoranza riuscì ad imporre a Cavour che non ne voleva sapere, che l’aveva chiamata una corbelleria, proprio la fondazione dello Stato italiano. l federalisti sanno che per unire l’Europa, che è divisa dagli Stati sovrani, bisogna fondare lo Stato federale ed hanno chiesto ai parlamentari, i detentori del potere in Europa, se vogliono fondarlo oppure no attraverso la procedura democratica della costituente.
Più ingenui dei moderati di un tempo, molti tra costoro hanno risposto affermativamente proprio mentre è in atto la congiuntura nella quale agiranno in un altro modo. Di fronte al secondo «vertice» europeo i più tra questi parlamentari sosterranno la confederazione di De Gaulle, o si trincereranno dietro la parola «integrazione», il cui significato, vago, permette di non fare alcuna scelta, senza nemmeno rendersi conto di contraddirsi. Se verranno interrogati sul loro si, sulla contraddizione tra il dire e il fare, si stupiranno, parleranno di «realismo», citeranno Cavour a sproposito e poi, rassicurati, faranno la faccia di chi sa che cosa è la politica. E la politica europea andrà avanti, cioè starà ferma, con l’unione economica (MEC), la confederazione, la collaborazione e i discorsi domenicali sullo spirito europeo, i contatti tra i giovani ecc.
Se nei prossimi anni — non ventinove, ché sarebbe tardi — la minoranza federalista riuscirà ad imporre ai moderati europeisti la Costituente nessuno può dirlo. In ogni modo gli storici futuri studieranno la cosa, e noi, con queste documentazioni, vogliamo fornir loro i nomi e i fatti.
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Il testo della mozione
La Camera dei Deputati,
Convinta che l’Europa occidentale ha oggi l’imprescindibile dovere: 1) di metter fine irrevocabilmente ai rinascenti nazionalismi; 2) di dar vita ad una economia europea aperta verso il resto del mondo e che sia al servizio delle esigenze di benessere, sicurezza e giustizia sociale di tutti gli europei; 3) di liquidare ogni forma di colonialismo e di assumersi la responsabilità di un’assistenza fraterna ai popoli che emergono dalla soggezione e che si avviano in mezzo ad immense difficoltà verso la libertà e il progresso economico e sociale; 4) di contribuire positivamente alla pace nel mondo;
Persuasa che il raggiungimento di queste mete esige la instaurazione di una autentica comunità federale, aperta a tutti i paesi democratici d’Europa, superatrice delle sovranità nazionali;
Convinta che le attuali comunità economiche pur contribuendo alla formazione di un mercato unico sono del tutto insufficienti al raggiungimento dell’unità politica, perché la loro materia è illogicamente limitata ad alcuni aspetti dell’economia ed è inoltre sottoposta non ad un potere legislativo ed esecutivo europeo, ma alla volontà necessariamente particolaristica dei singoli governi nazionali;
Convinta che gli incontri dei capi di governi, sui quali si vorrebbe fondare l’unità politica europea, sono organicamente incapaci di generare quella permanente e crescente volontà politica comune senza la quale l’unità diventa un’apparenza;
Persuasa che l’unità europea deve fondarsi su un’autentica democrazia europea, e deve nascere dal potere costituente del popolo europeo;
Convinta che la Repubblica Italiana ha un fondamentale interesse alla nascita della federazione europea, e che perciò il suo governo ha il dovere di assumere le necessarie iniziative per promuoverne la realizzazione;
Tenuto conto che nella prossima riunione dei capi dei governi dei paesi membri delle Comunità economiche si dovranno discutere progetti di unificazione politica;
Invita il governo a chiedere con fermezza in tale riunione la stipulazione di un trattato che istituisca senza indugi il potere costituente del popolo europeo, e più precisamente che stabilisca l’elezione diretta di un’assemblea europea incaricata di redigere la costituzione della federazione europea e che sottoponga successivamente tale costituzione all’approvazione dei singoli Stati mediante referendum popolare in ciascuno di questi.
l dieci deputati che l’hanno firmata sono: 1. Franco Ferrarotti; 2. Ugo La Malfa; 3. Dino Del Bo; 4. Vittorino Colombo; 5. Egidio Ariosto; 6. Flavio Orlandi; 7. Pierluigi Romita; 8. Oronzo Reale; 9. Ezio Vigorelli; 10. Francesco De Vita.
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Elenco dei deputati italiani che si sono impegnati a presentare in parlamento una mozione per la convocazione de una assemblea costituente europea
Alessandrini Pio, D.C., Varese; Amadei Giuseppe, P.S.D.I., Parma; Amadeo Aldo, D.C., Imperia; Andreucci Samuele, D.C., Forlì; Armaroli Silvano, P.S.I., Bologna; Azimonti Pierino, D.C., Varese; Badini Confalonieri Vittorio, P.L.I., Cuneo; Barzini Luigi (con riserva), P.L.I., Milano; Bersani Giovanni, D.C., Bologna; Bertè Pierantonino, D.C., Milano; Biaggi Francantonio, P.L.I., Brescia; Bignardi Agostino, P.L.I., Bologna; Bianchi Fortunato, D.C., Pavia; Bovetti Giovanni, D.C., Torino; Bucalossi Pietro, P.S.D.I., Milano; Buttè Alessandro, D.C., Milano; Calvi Ettore, D.C., Milano; Cantalupo Roberto, gr. misto, Roma; Carra Vittorino, D.C., Modena; Cengarle Onorio, D.C., Vicenza; Colombo Vittorino, D.C., Milano; Del Bo Dino, D.C., Milano; Dosi Mario, D.C., Milano; Durand de la Penne Luigi, D.C., Genova; Elkan Giovanni, D.C., Bologna; Faralli Vannuccio, P.S.I., Genova; Ferioli Alberto, P.L.I., Reggio Emilia; Ferrarotti Francesco, Comunità, Torino; Ferrari Giovanni, D.C., Pavia; Gagliardi Vincenzo, D.C., Venezia; Galli Luigi, D.C., Varese; Gennai Tonietti Erisia, D.C., Milano; Gitti Angelo Salvatore, D.C., Brescia; Gotelli Angela, D.C., La Spezia; La Malfa Ugo, P.R.I., Roma; Landi Angelo, P.S.I., La Spezia; Lombardi Giovanni, D.C., Cremona; Lucifredi Roberto, D.C., Genova; Macrelli Cino, P.R.I., Forlì; Martoni Anselmo, P.S.D.I., Bologna; Mattarelli Gino, D. C., Forlì; Migliori Giovanni Battista, D.C., Milano; Montini Lodovico, D.C., Brescia; Origlia Edoardo, D.C., Milano; Patrini Franco, D.C., Cremona; Preti Luigi, P.S.D.I., Bologna; Pedini Mario, D.C., Brescia; Rampa Leandro, D.C., Bergamo; Rapelli Giuseppe, D.C., Torino; Ripamonti Camillo, D.C., Milano; Romita Pier Luigi, P.S.D.I., Cuneo; Roselli Enrico, D.C., Brescia; Rossi Paolo, P.S.D.I., Genova; Sabatini Armando, D.C., Cuneo; Salizzoni Angelo, D.C., Bologna; Sangalli Vincenzo, D.C., Milano; Saragat Giuseppe, P.S.D.I., Torino; Savio Emanuela, D.C., Torino; Tremelloni Roberto, P.S.D.I., Milano; Vigorelli Ezio, P.S.I., Milano; Zaccagnini Benigno, D.C., Ravenna; Zanibelli Amos, D.C., Cremona; Zappa Franco, P.S.I., Sondrio; Zugno Faustino, D.C., Brescia.
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Elenco dei senatori italiani che si sono impegnati a presentare in parlamento una mozione per la convocazione di un’assemblea costituente europea
Banfi Arialdo, P.S.I., Lombardia; Bergamasco Giorgio, P.L.I., Lombardia; Conti Alfredo, D.C., Emilia; Cornaggia Medici Gianmaria, D.C., Lombardia; Crespellani Luigi, D.C., Sardegna; Donati Guglielmo, D.C., Emilia; Franzini Guido, P.S.D.I., Emilia; Lami Starnuti Edgardo, P.S.D.I., Lombardia; Ottolenghi Giacomo, P.S.I.,. Emilia; Samek Ludovici Emanuele, D.C., Lombardia; Savio Edgardo, P.S.D.I., Lombardia; Sibille Giuseppe Maria, D.C., Piemonte; Turani Daniele, D.C., Lombardia; Zelioli Lanzini Ennio, D.C., Lombardia.
Come il lettore avrà notato, il numero dei deputati e dei senatori che si sono impegnati a sostenere la costituente è davvero notevole; e sarebbe certamente sufficiente, se costoro mantenessero la parola data, a trascinare i timidi e gli incerti ed a formare una imponente maggioranza parlamentare. L’Italia stupirebbe il mondo chiedendo la costituente europea, il fatto avrebbe ripercussioni enormi… ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Tra la disciplina di partito, e la promessa fatta ai cittadini europei del C.P.E., i deputati sceglieranno la disciplina di partito, ossia la rielezione. Il 19 maggio a Bonn Fanfani e Segni potranno continuare la responsabile opera di mediazione intrapresa, con tanto successo, a Parigi.
Mario Albertini