Anno LIX, 2017, Numero 3, Pagina 219
In ricordo di Mario Albertini
Questo numero della rivista, l’ultimo dell’anno 2017, rappresenta un omaggio a Mario Albertini – che è stato anche l’ideatore e il fondatore de Il Federalista – a vent’anni dalla sua scomparsa. L’occasione per ricordare il suo immenso contributo teorico e politico è stata offerta da un convegno, di cui pubblichiamo gli atti, organizzato in collaborazione con la Fondazione Albertini e Il Federalista dall’Università di Pavia, dove Albertini ha insegnato per moltissimi anni.
Albertini è stato scienziato della politica e teorico del federalismo; ma è stato anche il politico che ha raccolto l’eredità di Altiero Spinelli e che ha trasformato il MFE in un’organizzazione di militanti capace di rimanere sul campo per oltre settantacinque anni e di giocare un piccolo ma fondamentale ruolo nel processo europeo; ed è stato, al tempo stesso, il maestro di più generazioni che si sono impegnate nel corso dei decenni nella battaglia per la Federazione europea.
Dopo vent’anni il suo pensiero, che ha anticipato moltissime delle tendenze oggi in atto, continua a fornirci categorie e strumenti di analisi indispensabili per comprendere la realtà che attraversiamo e per ragionare sull’azione politica necessaria per intervenire su di essa; a maggior ragione oggi, che viviamo un’epoca di grandi cambiamenti e di grande incertezza.
In questo momento, in particolare, il mondo sta attraversando una fase di pericolosa instabilità, soprattutto a seguito della perdita di capacità di leadership degli Stati Uniti e del perdurare dell’impotenza dell’Unione europea che non è in grado di giocare un ruolo di responsabilità sulla scena internazionale. L’Europa stessa, scossa da venti populisti, percorsa da paure e tentazioni di tornare al passato nazionalista, si sta avvitando in una spirale di tensioni tra paesi membri che la rendono fragile. L’Unione europea si ritrova bloccata nel pantano di un sistema comunitario precario, che pretende di non intaccare l’illusione degli Stati nazionali di poter conservare la propria sovranità; in questo modo, nonostante la fortissima interdipendenza che si è venuta a creare tra gli Stati europei, suggellata e resa irreversibile dalla condivisione dell’euro, il progetto europeo continua a non essere indistruttibile, come ricordava Draghi nel pieno della crisi economica e finanziaria. Anche se la sua implosione provocherebbe un effetto domino devastante, l’Unione europea non si è ancora dotata dei meccanismi istituzionali adeguati per neutralizzare (o prevenire) decisioni irrazionali da parte di alcuni dei suoi membri. Il solo modo per mettere la costruzione europea in sicurezza è riportare la visione politica al centro del suo progetto, facendo evolvere l’attuale sistema di governance europeo fondato sulle regole in un vero governo politico.
Anche per questo, la visione di un’Europa laboratorio per la costruzione di un potere politico sovranazionale di natura federale, che Albertini insieme a Spinelli ha sviluppato e arricchito di analisi che restano di assoluta attualità, continua ad essere un faro prezioso. Ed è anche per questo che l’eredità intellettuale e morale di Albertini resta un patrimonio che è indispensabile cercare di mantenere vivo.
Il Federalista