LE FEDERALISTE

revue de politique

 

XI année, 1969, Numéro 3-4, Page 204

 

 

UNA ELEZIONE PER L’EUROPA
Esposizione del significato e dei problemi del disegno di legge di iniziativa popolare per l’elezione unilaterale diretta dei delegati italiani al Parlamento europeo, a cura della Commissione Italiana del Movimento Federalista Europeo
  

 

CAPITOLO IV
RIPERCUSSIONI EUROPEE
DELL’INIZIATIVA ITALIANA
 
  
ALLEGATO 2
TESTO DEI DISEGNI DI LEGGE
PRESENTATI DA ROSSI - PLEVEN E MITTERRAND
ALLA CAMERA FRANCESE
 
 
Articolo 1
Le elezioni del Parlamento europeo a suffragio universale diretto, previste dall’articolo 138 del trattato di Roma, sono fissate in Francia al 9 maggio 1969.
 
Articolo 2
Entro il 10 ottobre 1968 il governo renderà note le modalità di tali elezioni, nella forma che sarà stata adottata dal Consiglio dei ministri delle Comunità.
 
Articolo 3
In mancanza di un accordo in seno al Consiglio dei ministri, l’Assemblea Nazionale nominerà un’apposita commissione per studiare le modalità di una elezione a suffragio universale dei rappresentanti francesi in seno al Parlamento europeo.
 
 
MOTIVAZIONE
Man mano che il Mercato comune, nella sua evoluzione, dimostra che esso non rappresenta solo una competizione tra sei economie, ma già tra queste e il resto del mondo, si rivela sempre più indispensabile pervenire ad un’Europa politica che sul piano internazionale assuma un unico atteggiamento.
Assurta al rango di seconda potenza economica del mondo, l’Europa dei Sei non ha paradossalmente alcuna influenza sui grandi avvenimenti. Basta ricordare, per citare un avvenimento recente, che durante la crisi nel Medio Oriente ha dovuto lasciare alle due superpotenze il ruolo principale.
S’impone dunque un rilancio, e noi deploriamo che i sei governi non abbiano potuto raggiungere un accordo per estendere l’iniziativa comunitaria ad altri settori, come la diplomazia e la difesa.
Ci si deve rassegnare per questo? O non spetta invece ai parlamenti nazionali cercare tutti i mezzi per spingere i governi su tale strada?
Un’azione in tal senso può essere avviata per quanto concerne il Parlamento europeo, per il quale il trattato di Roma, tra i suoi vari spunti politici ha previsto all’articolo 138 l’elezione a suffragio universale diretto.
Obbligare i governi a realizzare tale progetto, significa indurli nello stesso tempo a delegare, nel campo esecutivo, competenze e poteri all’altezza del prestigio di cui verrebbe a godere, con tale elezione, l’Assemblea europea.
Inoltre, tutti si possono rendere conto della risonanza che avrebbe questa votazione, che sarebbe la più vasta mai realizzata sul nostro continente, e quale consapevolezza essa susciterebbe nelle popolazioni. Con ciò anche la grande unione da noi sostenuta non apparterrà più in futuro ai commercianti o ai tecnocrati, ma solo ai cittadini.
Per tale motivo riteniamo che spetti all’Assemblea Nazionale esprimere il voto di vedere i sei ministri concludere un accordo sulle modalità di tale elezione: il mezzo migliore per indicare tale volontà è, a nostro parere, quello di fissare una data. Noi proponiamo la data del 9 maggio 1969 perché in tal giorno ricorre il 19° anniversario della dichiarazione del presidente Schuman.

 

 

 

 

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