LE FEDERALISTE

revue de politique

 

XI année, 1969, Numéro 3-4, Page 131

 

 

UNA ELEZIONE PER L’EUROPA
Esposizione del significato e dei problemi del disegno di legge di iniziativa popolare per l’elezione unilaterale diretta dei delegati italiani al Parlamento europeo, a cura della Commissione Italiana del Movimento Federalista Europeo
 

 

CAPITOLO I
COMPATIBILITA’ DEL DISEGNO DI LEGGE N. 706
CON L’ART. 138 DEL TRATTATO C.E.E.
 
 
La valutazione del disegno di legge di iniziativa popolare per l’elezione a suffragio universale dei delegati italiani al Parlamento europeo sotto il profilo giuridico deve tener conto di tre fattori.
Il primo è costituito dalla natura stessa dei trattati internazionali in generale, e di quelli di Roma in particolare. E’ un fatto indiscutibile che, nella loro interpretazione, la prassi gioca un ruolo assai più rilevante che nell’interpretazione della legislazione interna. Questo rilievo trova una conferma molto eloquente nella storia dei Trattati di Roma, dove la prassi è arrivata addirittura fino a violare norme di significato incontestabile, come quella che prevede le decisioni a maggioranza in seno al Consiglio dei Ministri delle Comunità europee. Come è noto, infatti, la pretesa della Francia di non accettare decisioni a maggioranza è stata accolta dai rappresentanti degli altri paesi membri in un documento comune di carattere ufficiale.
Il secondo è costituito dalla facile previsione che, se il Parlamento italiano approverà il disegno di legge, nessun governo degli altri paesi membri protesterà o solleverà eccezioni. Questa previsione dovrebbe essere da sola sufficiente per considerare risolto il problema.
Il terzo infine riguarda l’aspetto formale della questione della compatibilità del progetto di legge con la lettera del Trattato. A questo proposito sono stati dati, in termini giuridici, tanto pareri favorevoli quanto pareri contrari, che spesso mascherano, dietro un apparente scrupolo giuridico, la volontà di non rispettare la finalità democratica della norma. In ogni modo, a questo punto, la questione è solo di forma, e il solo problema da risolvere è quello di una forma corretta. E’ dunque rilevante il parere formulato dal prof. Ugo Draetta, incaricato di Organizzazione Internazionale all’Università Cattolica del Sacro Cuore (All. 1). Questo parere, formalmente ineccepibile, mostra che si può dare forma perfettamente giuridica, secondo la lettera dell’art. 138 del Trattato C.E.E., all’elezione unilaterale dei membri italiani del Parlamento europeo.

 

 

 

 

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